Aggiornamenti sulla sicurezza sul lavoro nel 2025

Aggiornamento mensile su infortuni, scuole e preposti

Sicurezza sul lavoro nel 2025: tre allarmi da non ignorare

I dati più recenti in materia di sicurezza sul lavoro evidenziano tre fronti di preoccupazione crescente:

  • L’aumento degli infortuni in itinere, in particolare nel comparto “servizi alle imprese”;
  • La situazione critica degli edifici scolastici, nove su dieci privi di almeno una certificazione obbligatoria;
  • Le nuove sentenze sui preposti, che rafforzano l’obbligo di segnalare prassi contrarie al DVR.

Tre aspetti apparentemente distinti, ma che convergono su un concetto comune: la necessità di una gestione integrata della sicurezza e di una cultura organizzativa responsabile.

  1. Infortuni in itinere: i dati e le cause

Secondo il rapporto pubblicato da PuntoSicuro, nel settore “servizi alle imprese” le denunce di infortunio nel 2024 hanno raggiunto 29.824 casi, con un aumento del 23,1% rispetto al 2020 e del 3,6% rispetto al 2023. L’incremento maggiore riguarda proprio gli infortuni in itinere, cresciuti del 51,2% nel periodo 2020–2024. Nel quinquennio si sono registrati 367 decessi, di cui 26,7% in itinere. Questi numeri impongono una riflessione: il rischio legato alla mobilità casa-lavoro è spesso sottovalutato, nonostante la sua incidenza crescente.

Le cause principali identificate sono:

  • Traffico e stress da spostamento;
  • Uso improprio o manutenzione carente dei veicoli aziendali;
  • Orari disallineati e turni eccessivi;
  • Carenza di formazione su guida sicura e prevenzione del sonno alla guida.

Le imprese possono intervenire attraverso misure concrete:

  • Inserire il rischio itinere nella valutazione dei rischi (DVR);
  • Adottare politiche di mobilità sostenibile e trasporto condiviso;
  • Introdurre programmi di formazione specifica per conducenti e dipendenti;
  • Gestire la flotta con manutenzione programmata e controllo dei dispositivi di sicurezza.
  1. Scuole: un’emergenza strutturale

Il tema della sicurezza scolastica è tornato di grande attualità dopo la pubblicazione del dossier AMBLav 2025, che evidenzia dati allarmanti:

“Nove edifici scolastici su dieci non dispongono di una o più certificazioni obbligatorie in materia di sicurezza.”

Su circa 40.000 edifici scolastici statali, ben 36.000 risultano non conformi e 3.588 sono totalmente privi di certificazioni. Il numero di persone coinvolte (studenti, docenti e personale) supera le 700.000 unità.

Le certificazioni più frequentemente assenti o scadute sono:

  1. Certificato di agibilità;
  2. Certificato di prevenzione incendi (CPI);
  3. Omologazione dell’impianto termico;
  4. Piano di evacuazione aggiornato;
  5. Documento di valutazione dei rischi (DVR).

Questi dati non rappresentano solo una questione tecnica, ma anche una responsabilità giuridica per gli enti proprietari e gestori degli immobili.

Il dirigente scolastico, in quanto datore di lavoro ai sensi del D.Lgs. 81/2008, è responsabile della sicurezza delle persone che operano nell’istituto, mentre gli enti locali (Comuni e Province) devono garantire l’idoneità strutturale degli edifici.

Una gestione integrata e documentata della sicurezza scolastica – che comprenda manutenzione, audit periodici e formazione – è oggi indispensabile per ridurre il rischio e garantire la conformità normativa.

  1. Il preposto e il dovere di segnalazione

Il terzo fronte riguarda le nuove pronunce giurisprudenziali sul ruolo del preposto. La Cassazione Penale, Sez. IV, n. 28427 del 4 agosto 2025, ha condannato due preposti per non aver segnalato ai superiori una prassi operativa contraria alle procedure aziendali e al DVR. La prassi consisteva nell’uso improprio di un carrello elevatore per spingere un autobus all’interno dell’officina.

Il principio stabilito è inequivocabile:

“Il preposto deve vigilare sull’osservanza delle norme di sicurezza e segnalare immediatamente ai superiori ogni anomalia o prassi pericolosa.

La tolleranza equivale a violazione degli obblighi di vigilanza.”

La sentenza chiarisce che la consuetudine non può mai giustificare un comportamento contrario alla legge. Pertanto, anche se un uso scorretto delle attrezzature è prassi diffusa, non può essere tollerato né dai preposti né dal datore di lavoro.

Per prevenire situazioni analoghe, è fondamentale:

  • Garantire formazione specifica dei preposti sul ruolo di vigilanza e segnalazione;
  • Attivare canali di comunicazione documentati per le segnalazioni di rischio;
  • Inserire nel DVR un registro delle anomalie segnalate e delle azioni correttive adottate.
  • Il preposto e il dovere di segnalazione

Una visione integrata della sicurezza

Le tre criticità analizzate (infortuni in itinere, scuole non conformi e omissioni dei preposti) condividono una matrice comune: l’assenza di un sistema di gestione della sicurezza realmente efficace e partecipato.

Un approccio integrato deve comprendere:

  • Valutazione dei rischi dinamica, aggiornata su mobilità, edifici e prassi operative;
  • Ruoli chiari e formazione continua di tutte le figure della sicurezza;
  • Monitoraggio sistematico di eventi, near miss e comportamenti;
  • Coinvolgimento attivo di lavoratori, dirigenti e preposti nella prevenzione.

La sicurezza non può essere ridotta a un insieme di adempimenti burocratici. È un processo continuo di responsabilità condivisa, che parte dall’alto ma coinvolge ogni livello operativo.

Conclusioni

I dati e le sentenze mettono in evidenza un quadro complesso sulla sicurezza sul lavoro, ma anche ricco di opportunità di miglioramento. Le aziende e gli enti pubblici devono passare da un modello “reattivo” a un modello proattivo, in cui la prevenzione non è solo obbligo di legge, ma strumento di efficienza e reputazione.

Scopri il nostro servizio di sicurezza sul lavoro, investire nella prevenzione è fondamentale per proteggere il team e garantire un lavoro migliore, sia in termini di produzione che di benessere psicologico.

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