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L’aumento delle temperature estive rappresenta una sfida crescente per la salute e la sicurezza dei lavoratori, soprattutto nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura. Le ondate di calore, sempre più frequenti e intense, possono causare gravi patologie come il colpo di calore e la disidratazione, oltre a incrementare il rischio di infortuni e malori. La normativa italiana impone al datore di lavoro l’obbligo di valutare e gestire questi rischi, adottando misure preventive specifiche e aggiornate. In questo articolo analizziamo le strategie di prevenzione più efficaci, le differenze tra colpo di sole e colpo di calore, e le principali raccomandazioni delle linee guida regionali e nazionali, con particolare riferimento alle ultime indicazioni delle Regioni e dell’INAIL .

Colpo di calore e colpo di sole: differenze e rischi 

Il colpo di calore è una condizione patologica grave che si verifica quando la temperatura corporea aumenta rapidamente, spesso superando i 40°C, a causa dell’esposizione prolungata a temperature elevate, umidità alta e scarsa ventilazione. Può insorgere anche in assenza di esposizione diretta al sole, ed è favorito da fattori come sforzi fisici intensi, abbigliamento non adeguato e insufficiente idratazione. I sintomi includono nausea, vertigini, crampi, disorientamento, ipotensione e, nei casi più gravi, perdita di coscienza e danni agli organi interni. 

Il colpo di sole, invece, è causato dall’esposizione diretta e prolungata ai raggi solari, soprattutto sulla testa, e si accompagna spesso a scottature, arrossamenti cutanei e disturbi oculari. Sebbene i sintomi possano essere simili a quelli del colpo di calore, il colpo di sole è caratterizzato in particolare dagli effetti delle radiazioni ultraviolette sulla pelle e sui vasi cerebrali. 

Comprendere la differenza tra queste due condizioni è fondamentale per adottare le giuste strategie di prevenzione e intervenire tempestivamente in caso di sintomi. 

Valutazione del rischio e obblighi normativi 

Il D.Lgs. 81/2008 impone ai datori di lavoro di valutare il rischio da esposizione ad alte temperature, sia negli ambienti all’aperto che in quelli chiusi non climatizzati. La valutazione deve tenere conto delle condizioni climatiche, dell’intensità e durata dell’esposizione, delle caratteristiche individuali dei lavoratori e dell’organizzazione delle attività. Le Regioni, attraverso ordinanze e linee guida, hanno introdotto ulteriori misure di tutela, come la sospensione dei lavori nelle ore più calde in caso di allerta caldo elevata e la predisposizione di Piani Mirati di Prevenzione per i settori più a rischio. 

Le aziende sono tenute a documentare la valutazione del rischio nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e a pianificare interventi tecnici, organizzativi e formativi per ridurre l’esposizione e proteggere la salute dei lavoratori. 

Strategie di prevenzione: misure tecniche, organizzative e comportamentali 

La prevenzione del rischio da alte temperature richiede un approccio integrato e personalizzato, che coinvolga tutti gli attori della sicurezza aziendale. Le principali strategie raccomandate dalle linee guida regionali e nazionali includono: 

Organizzazione del lavoro 

È fondamentale programmare le attività più pesanti nelle ore più fresche della giornata, preferibilmente al mattino presto o nel tardo pomeriggio, evitando il lavoro all’aperto nelle ore centrali quando il rischio è massimo. La rotazione dei lavoratori e la riduzione dei tempi di esposizione sono strumenti efficaci per limitare l’accumulo di calore e prevenire i malori.

Allestimento di aree di ristoro 

Le aziende devono garantire la presenza di aree ombreggiate e ben ventilate dove i lavoratori possano riposarsi e idratarsi regolarmente. L’accesso all’acqua fresca deve essere sempre assicurato e incentivato, anche in assenza di sintomi evidenti di disidratazione.

Abbigliamento e dispositivi di protezione 

L’utilizzo di abbigliamento leggero, traspirante e di colore chiaro, insieme a cappelli a tesa larga e occhiali da sole, contribuisce a ridurre l’assorbimento di calore e la sudorazione eccessiva. In caso di esposizione prolungata ai raggi solari, è importante applicare creme protettive e utilizzare dispositivi di protezione individuale adeguati.

Formazione e informazione 

La formazione specifica dei lavoratori sui rischi legati al caldo, sui sintomi precoci del colpo di calore e sulle corrette modalità di idratazione e comportamento è uno degli strumenti più efficaci per prevenire incidenti e patologie. Le comunicazioni devono essere chiare e, se necessario, tradotte nelle lingue parlate dai lavoratori stranieri.

Monitoraggio e sorveglianza sanitaria 

È necessario monitorare costantemente le condizioni climatiche tramite strumenti come termometri e igrometri, e valutare l’eventuale sospensione delle attività in caso di allerta caldo. La sorveglianza sanitaria deve essere mirata, con particolare attenzione ai lavoratori più vulnerabili (anziani, persone con patologie croniche, donne in gravidanza).

Focus: edilizia e agricoltura 

I settori dell’edilizia e dell’agricoltura sono tra i più esposti ai rischi da alte temperature, a causa della natura delle attività svolte prevalentemente all’aperto e della difficoltà di proteggersi dal sole e dal calore. Le Regioni hanno predisposto materiali informativi specifici, infografiche multilingue e brochure con le principali regole di prevenzione, rivolte sia ai lavoratori che ai datori di lavoro.

Le principali raccomandazioni includono: 

  • Conoscere i sintomi precoci di colpo di calore e disidratazione e intervenire tempestivamente. 
  • Favorire l’acclimatazione dei lavoratori, aumentando gradualmente i carichi di lavoro e l’esposizione al calore. 
  • Prevedere pause frequenti e idratazione costante. 
  • Riprogrammare le attività più impegnative in condizioni climatiche favorevoli. 
  • Adottare misure aggiuntive per i lavoratori più fragili. 

 

La prevenzione del rischio da alte temperature nei luoghi di lavoro richiede un impegno costante, aggiornamento delle procedure e collaborazione tra datori di lavoro, lavoratori e istituzioni. Solo attraverso una valutazione accurata, l’adozione di misure tecniche e organizzative adeguate e una formazione continua è possibile garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori anche nelle condizioni climatiche più estreme.

 

Per approfondimenti, consulenze personalizzate o per scaricare materiali informativi aggiornati, è consigliabile rivolgersi a realtà specializzate come Consulteam. 

 

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